18 Maggio 2024

Quarta rata rottamazione, flussi di incasso in calo

Ezio Stellato

E’ in arrivo la quarta rata della rottamazione quater, il 31 maggio scadenza improrogabile. Ma si teme un calo degli incassi. Nel 2024 dalle rottamazioni sono arrivati 1,7 mld di cui 700 mln da parte dei contribuenti che sono stati ripescati, ma chi osserva i flussi avverte una sorta di rallentamento nei versamenti degli ultimi giorni. Si teme che gli importi di fascia media quelli che devono all’erario tra i 5mila e i 30 mila euro non riescono a onorare il proprio impegno con il Fisco, saltando in pratica l’appuntamento. Alcune stime circolate tra gli addetti ai lavori e riportati dalla stampa indicavano all’appuntamento della quarta rata solo il 45% in meno degli obbligati. E il salto ha delle conseguenze, sarà necessario pagare la quarta delle quote dovute e il rispetto dei termini previsti è condizione essenziale per mantenere i benefici della definizione agevolata. C’è da aggiungere che l’Agenzia delle Entrate Riscossione, concede comunque una tolleranza di cinque giorni, per cui il pagamento è considerato tempestivo se effettuato entro mercoledì 5 giugno 2024. In sostanza, chi salterà la scadenza del 31 maggio ma regolarizzerà l’omissione entro il 5 giugno non perderà i benefici della definizione agevolata. I prossimi appuntamenti del 2024 saranno il 31 luglio e il 30 novembre secondo le scadenze del proprio piano contenuto nella Comunicazione delle somme dovute, inviato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Il rispetto delle scadenze della rottamazione quater delle cartelle e fondamentale per beneficiare dei vantaggi della definizione agevolata accordati dal Fisco. L’omesso o insufficiente versamento fa infatti ritornare il contribuente sulla via ordinaria di recupero del debito. Proprio in materia di omesso versamento o insufficiente, ci sarebbe da fare qualche approfondimento. La rottamazione ha portato nelle casse dello Stato circa 6 miliardi ,ad oggi, considerando le prime tre rate gia pagate.

Nel 2023 si sono pagate le prime due rate che rappresentavano il peso maggiore da sostenere, come si è evinto dai piani di dilazione concessi, la prima rata e la seconda rata, quotavano nella dilazione il 20% del debito “rottamato” .L’ammontare degli incassi del 2023, secondo le dichiarazioni del MEF è stato di circa 5 miliardi. Un successo strepitoso che sta mano mano scemando in quanto è fatto statistico che oltre ad una quota di 5 miliardi di euro di rottamazioni non riscosse perché richieste ma mai adempiute, abbandonate dai contribuenti, volenterosi ma senza portafogli, si aggiungono i contribuenti che hanno abbandonato la corsa. Per alcuni di questi, tendenzialmente posizionati in una fascia medio alta di rata/rottamazione, la benzina non è stata sufficiente ad affrontare i quattro anni di rate di rottamazione, si registrano casi di abbandono dopo la seconda e terza rata.

Italia Oggi – 18/05/2024 (classeditori.it)

 

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