«In attesa degli aiuti della Santanchè, gli impiantisti dell’Appennino non possono fare cassa con i soldi dei poveri consumatori, turisti o sciatori, indotti alla prima neve del 1 dicembre a comprare subito gli abbonamenti prepagati per l’intero comprensorio e per l’intera durata della stagione invernale, per poi rimanere fermi».
Lo dichiara l’avv. Angelo Pisani, leader di Noiconsumatori.it, nell’avvertire tutti i malcapitati sul diritto al rimborso e sull’obbligo di tenere comunque aperti gli impianti per poter salire in montagna, come accade in estate.
«Forse ad una attenta lettura dei modelli climatici, il sospetto di un rialzo delle temperature legate ai fattori anticiclonici avrebbe dovuto indurre i gestori a maggiore prudenza, per evitare di sostituire i consumatori agli azionisti, o addirittura alle Istituzioni preposte a ristorare situazioni di crisi», aggiunge l’avvocato Pisani.
Il malcontento sbarca sui social e arrivano reclami all’associazione ‘Noi consumatori’.
«Impianti e piste sono chiusi e non è garantita nemmeno la neve artificiale: va garantita giustizia ed imposto l’adempimento delle obbligazioni ai gestori, come chiedono i turisti», dichiara Pisani in risposta alle richieste sui social.
Il fatto.
Anche a Roccaraso, in provincia dell’Aquila, in Abruzzo, non c’è neve e gli sciatori, così come i turisti che non possono salire in montagna con impianti chiusi (diversamente da quanto avviene anche in estate), chiedono di essere rimborsati.
A lanciare l’appello di aprire gli impianti come in estate e rimborsare almeno pro quota ski pass inutilizzabili è l’avvocato Angelo Pisani, leader dell’associazione ‘Noi consumatori’ in un post sui social .
I «malcapitati turisti come gli sciatori» che hanno pagato «profumatamente» lo skipass stagionale, addirittura con rincari per caro utenze, nonostante l’inspiegabile stop degli stessi – scrive l’avvocato – hanno «diritto al rimborso e a tante scuse», perché hanno subito un «brutto scherzo», non solo per la chiusura degli impianti, ma anche «per aver subito aumenti e perfino il diniego di poter salire in montagna, oltre a prezzi diversi da quelli degli utenti giornalieri, quando saranno utilizzabili gli impianti».
La “grande beffa”, come la chiama l’avvocato napoletano, interessa «migliaia di turisti ed i tanti abbonati a cui non è stata garantita neanche la neve artificiale, oltre alla possibilità di salire in montagna come in estate, fa sapere Pisani. «Chi nella località sciistica abruzzese ha fatto lo skipass annuale, pagando profumatamente per il caro energia, non può quindi neanche sciare “per mancanza di neve naturale e artificiale su tutto il comprensorio, dove le piste sono chiuse», conclude l’avvocato, che auspica di chiudere in mediazione le giuste istanze delle vittime.
I gestori del comprensorio hanno incassato tanti aiuti stagionali all’apertura della stagione sciistica il 1 dicembre, ma poi hanno chiuso per mancanza di innevamento, reiterando tali violazioni contrattuali nei confronti degli utenti, in quali avevano acquistato un abbonamento full day per muoversi su tutto il comprensorio, a prescindere se poi scendono con gli sci o a piedi, come del resto fanno in estate.
Come se non bastasse, i gestori hanno aumentato il prezzo d’acquisto degli abbonamenti, giustificandosi con i rincari energetici, energia che però non stanno consumando, perché fermi.
Una giusta soluzione – conclude l’avvocato Pisani – sarebbe la possibilità di rimborso a chi ha acquistato i primi giorni, prima dell’ improvviso ed imprevedibile innalzamento delle temperature, e poi continuare a vendere a prezzo equo a chi, consapevole, decide di acquistarlo ora.