La proposta di regolamento sulla produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici, ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile della produzione biologica, di migliorare la fiducia del consumatore e di attuare un sistema di riconoscimento degli organismi di controllo operanti nei Paesi europei.
Il Governo italiano ha dimostrato un particolare interesse nel formulare le sue proposte, per il raggiungimento di un orientamento politico comune, in considerazione del fatto che l’Italia, presenta oltre 40.000 aziende di produttori esclusivi di materie prime di qualità e detiene il primato europeo di produttori, collocandosi tra i dieci maggiori produttori mondiali e mantenendo il secondo posto in Europa dopo la Spagna.
Nello specifico, durante il semestre di presidenza italiana, il nostro Paese si è battuto per raggiungere determinati scopi come la definizione di una soglia per la presenza di residui di prodotti non consentiti in agricoltura biologica e la possibilità della certificazione di gruppo, che avvantaggia le piccole aziende di produzione, molto diffuse in Italia.
Oltre la tutela della produzione agricola, i rappresentanti italiani, hanno dato notevole importanza anche al rispetto delle norme in materia di salute, di ambiente e di benessere degli animali nell’ambito della produzione biologica, perchè “è intrinsecamente legato all’elevata qualità di tali prodotti”.
Sempre inerente la veterinaria, in base alla proposta di regolamento, il bestiame dovrebbe essere alimentato con materie prime per mangimi ottenute conformemente alle norme di produzione biologica, provenienti di preferenza dall’azienda dell’allevatore e adeguate ai bisogni fisiologici degli animali.
La gestione della salute degli animali dovrebbe mirare soprattutto alla prevenzione delle malattie. Andrebbero inoltre previste misure specifiche in materia di pulizia e disinfezione.
Per la Commissione, la produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola, di produzione agroalimentare e di benessere dell’animale, basato sull’interazione tra le migliori pratiche in materia di ambiente ed azione per il clima, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri ri gorosi in materia di benessere degli animali e norme di produzione legate al numero crescente di consumatori.
Alla luce dei negoziati, la Commissione Europea, presentando il suo programma di lavoro annuale per il 2015, ha dichiarato che se entro i primi sei mesi non si troverà un accordo, la proposta di regolamento verrà ritirata.
di Mosè Alise