La macellazione rituale deve essere compiuta secondo severe regole (non espresse nella Torah, dove vi è scritto soltanto che la Shechità dovrà essere effettuata “come ti ho prescritto” Devarim 12.21). Queste norme, sono esclusive per la macellazione degli animali terrestri e volatili e non per la macellazione dei pesci.
Le leggi sulla macellazione sono immutate da più di 5.000 anni, ovviamente con i dovuti aggiornamenti e applicate in tutte le comunità ebraiche. Se la macellazione non segue queste norme, l’animale sarà impuro, quindi non adatto al consumo.
I pilastri su cui si basano questi regolamenti, sono:
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macellare unicamente animali perfettamente sani, senza segni di malattia o di ferimento (per ispezione ante-mortem)
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ridurre le sofferenze dell’animale
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privare rapidamente l’animale del sangue
L’animale sarà macellato “con rispetto e compassione” da uno shocḥet (macellaio rituale), un ebreo religioso che ha studiato approfonditamente le regole ed effettuato un rigido addestramento. Egli, soltanto dopo aver dimostrato una totale padronanza dei rispettivi contenuti, avrà la licenza dall’ Autorità rabbinica della Comunità di appartenenza.
L’atto viene eseguito tagliando trachea, esofago, arteria, carotide comune, vena giugulare e nervo vago, in un intervento unico (in un solo taglio continuo), orizzontale e rapido del solo shochet qualificato, che esegue con lama (chalef) estremamente affilata e senza imperfezioni, mettendo l’animale in posizione tale da favorire il dissanguamento e ridurre al minimo lo stato di coscienza dopo la resezione (se giace di schiena, ci si riferisce con il termine shechitah munachat; in posizione eretta, con shechitah me’umedet).
Ne risulta un calo istantaneo della pressione sanguigna, con ridotta affluenza di sangue al cervello e quindi perdita irreversibile di coscienza, rendendo così l’animale insensibile al dolore e propenso ad un dissanguamento veloce, completo e indolore. La morte dell’animale quindi, sopraggiunge per dissanguamento. Lo shochet inoltre, non deve violare nemmeno una delle cinque principali tecniche proibite: pressatura, pausa, lacerazione, perforatura e copertura.
di Mosè Alise