L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente Campania gestisce, ormai da anni, la rete di monitoraggio degli inquinanti nelle diverse matrici ambientali.
Attualmente, per il comparto aria, tale rete risulta in fase di adeguamento alle specifiche contenute nel progetto approvato dalla Regione Campania con DGRC n.683 del 23/12/2014, così come si legge espressamente sul sito dell’Agenzia.
La nuova configurazione della rete prevede un incremento delle centraline di rilevamento, situate con capillarità e con maggiore densità nelle aree sensibili, in accordo con la zonizzazione e classificazione del territorio regionale approvata con medesimo provvedimento, i cui requisiti vengono fissati dal D. LGS. 155/2010.
I dati forniti dalle centraline della rete di monitoraggio dislocate sull’intero territorio campano, vengono pubblicati ogni giorno sul sito internet www.arpacampania.it, attraverso bollettini suddivisi per zone che riportano i valori di concentrazione massimi orari e medi giornalieri per inquinanti come biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono, benzene, biossido di zolfo, particolato PM10 e PM2,5. Sono disponibili e consultabili inoltre, attraverso pubblicazione di bollettino quotidiano, dati di qualità dell’aria riguardanti le aree limitrofe gli impianti di trattamento rifiuti urbani, che oltre ai già citati parametri riportano i valori massimi orari e medi giornalieri di idrogeno solforato, toluene, xylene, metano e idrocarburi non metanici, ovvero gli inquinanti derivanti dalle principali lavorazioni industriali.
Per i diversi tipi di inquinanti considerati, sono riportati anche i limiti normativi di riferimento. ARPAC informa, inoltre che tali livelli normativi, attualmente, vengono uniformati al D. LGS. 155/2010, che abroga la precedente normativa di riferimento in materia. In base a tale decreto, infatti, si sta potenziando e capillarizzando la rete di monitoraggio, al fine di garantire un più omogeneo controllo delle diverse aree della Regione Campania, considerando la densità di popolazione, i dati di natura meteo-climatica o le caratteristiche del sito (area industriale, area rurale, area urbana), andando, così ad ovviare ad una scarsa e poco razionale copertura del monitoraggio degli inquinanti.