Il 4 novembre, la giornata delle Forze Armate nazionali, è un giorno importante per l’Italia, data in cui si celebra il termine della prima guerra mondiale, commemorando il Milite Ignoto e tutti i caduti che ancora non hanno un nome.
Presenti all’Altare della Patria, per rendere rende omaggio ai caduti di tutte le guerre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi, il presidente del Senato Grasso, il presidente della Camera Boldrini, il ministro della Difesa Pinotti e le alte cariche governative e militari dello Stato italiano.
Il presidente Sergio Matterella, durante la sua allocuzione, ha dichiarato: “La Repubblica sa di poter fare affidamento sui suoi militari per la propria sicurezza e per sostenere la pace e la giustizia internazionale. Agli Ufficiali, Sottufficiali, graduati, militari di truppa e personale civile della Difesa esprimo l’ammirazione del Paese e il piú sentito ringraziamento”. ha detto il presidente.
Il sottosegretario di Stato alla Difesa, Gioacchino Alfano: “Le Forze Armate costituiscono un patrimonio unico per la Repubblica e sono il primo baluardo di riferimento per la società civile. Siete l’estensione della mano dello Stato dovunque è richiesto in Italia e all’estero. Il vostro impegno e l’elevata professionalità dimostrata nelle missioni internazionali costituiscono motivo di orgoglio per tutti noi perché contribuiscono ad aumentare sempre più il prestigio del nostro Paese: siete i nostri migliori ambasciatori nel mondo. Uomini e donne delle nostre Forze Armate, continuate così sulla scia della storia epica dei vostri predecessori, con l’augurio che possiate essere anche voi storia, per le prossime generazioni”.
Il sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, Simona Vicari: “Questa giornata di festa sia l’occasione per ricordare il grande lavoro e l’impegno dei militari italiani impegnati a portare pace e sicurezza nei numerosi fronti di guerra in tutto il mondo. L’Italia è vicina e grata a tutti i nostri caduti in guerra oggi come ieri per difenderci dalla povertà, dalle diseguaglianze e dal terrorismo”.
di Mosè Alise