Lungo le sponde degradate dell’avvilente Litorale Domitio si consumano le drammatiche vicende di Viola e Daisy (Angela e Marianna Fontana), gemelle siamesi adolescenti, unite all’altezza del bacino, sfruttate alla stregua di fenomeni da baraccone dal padre Giuseppe (Massimiliano Rossi), che le costringe ad esibirsi come cantanti presso le pacchiane cerimonie di camorristi o durante surreali omelie condotte da un prete immorale (Gianfranco Gallo). Le loro perfomance sorreggono economicamente una famiglia oltremodo sciatta e approfittatrice, formata da una madre alcolista, sempre strafatta di marijuana e un padre-padrone egoista e “sprucido”, dedito a sperperare alle slot-machine quanto guadagnato come agente delle figlie. Sono queste le sbarre di una gabbia all’interno della quale sono state rinchiuse Daisy e Viola, ignare dell’esistenza dell’operazione che può dividerle, fino all’incontro con un medico. Ecco le premesse di Indivisibili, pellicola d’autore Made in Napoli che ha incassato applausi a scena aperta in occasione della presentazione alle Giornate degli autori – Venice Days. Una grande soddisfazione per il napoletano Edoardo De Angelis, la cui mano sapiente si è manifestata alla regia attraverso l’abile uso di lunghi piani sequenza, alternati con primi piani topici e ricchi di pathos. In questo senso è emblematica la prima scena del film, che mostra in piano sequenza tre prostitute sfatte e laide di ritorno a casa alle prime luci dell’alba. La camera continua a riprenderle fino a quando non si sposta verso la finestra che dà nella stanza da letto delle gemelle, all’interno della quale c’è Daisy che sta esplorando il suo corpo, mentre Viola, che dorme, trae godimento dalla ricerca della sorella. Questa prima immagine ci dice molto. Rappresenta il contrasto fra l’intimità, la delicatezza, la scoperta che caratterizza due adolescenti pulite, e la sporcizia, lo sfruttamento, il degrado e lo squallore del contesto nel quale vivono. La scena racconta anche la forza del legame psicologico e fisico, prodotto da un pezzo di carne condiviso che genera sensazioni comuni. Questa simbiosi psico-fisica ha luogo fra due ragazze che, per quanto si amino, hanno caratteri e indoli assolutamente diverse. Daisy è sicura di sè, impertinente, furba e “capa tosta”. Viola è tranquilla, insicura, bonacciona e mangiona. Queste differenze regalano momenti tragicomici ad una pellicola essenzialmente drammatica. Tale rapporto vede Daisy dominante e Viola subalterna. D’altro canto, la relazione fra le due è dotata di un motore dinamico, messo in moto dalle circostanze, in grado di mutare e invertire i ruoli. Le dinamiche dei rapporti fra le gemelle sono un magma che ribolle di umanità intima e pulsante. Elementi che non hanno niente a che fare con l’immagine stereotipata che la comunità ha di loro, considerate un feticcio portafortuna trattato alla stregua di un idolo pagano da portare in processione. Il fattore grottesco non è insito nella malformazione in sè, che rende difficile la vita delle due adolescenti, ma nella rappresentazione che la gente ne fa. L’elemento “mostruoso” è comunque presente in una scena quasi onirica, in cui erotismo e stravaganza si mescolano nello spazio ligneo di una barca al cui interno nani e transessuali si abbandonano a effusioni e danze flemmatiche. D’altronde, già i nomi delle protagoniste costituiscono un riferimento palese a Deisy e Violet Hilton, le gemelle siamesi protagoniste di Freaks, un film del 1932 che narrava le torbide vicende di una grottesca compagnia circense formata da fenomeni da baraccone deformi, ai quali si è ispirata la serie American Horror Story, la cui quarta stagione è incentrata sul medesimo tema. Senza dimenticare Federico Fellini, assoluto promotore di questo genere.
Edoardo De Angelis ha saputo attingere al ricco humus artistico napoletano per formare il cast di Indivisibili. Su tutti spicca la bravura di Massimiliano Rossi che interpreta il padre delle gemelle, cosi come l’ottima interpretazione di Antonia Truppo, nei panni della mamma di Daisy e Viola. Gianfranco Gallo, interprete del prete-affarista don Giuseppe, insieme a Rossi appartiene alla scuderia di grandi attori di teatro presenti anche in “Gomorra- La serie”. Proprio come Marco D’Amore, alias Ciro l’immortale, protagonista di Perez, precedente lavoro di De Angelis. Interessanti cameo anche per Marco Mario De Notaris, visto anche lui a teatro e in alcuni lavori della The Jackal, e Tony Laudadio. Brave le gemelle Fontana, protagoniste alla prima esperienza da attrici. Importante il sound etnico della colonna sonora di Enzo Avitabile, in grado di rappresentare al meglio la commistione multietnica che caratterizza il litorale domitio, scenario abbandonato di un film sapientemente diretto, dinamico, profondo e molto umano.