[vc_row][vc_column][vc_column_text]Rapporto Le circular city
Nei giorni scorsi l’Antitrust ha reso noto i risultati di un’indagine conoscitiva, commissionata nel 2014, sul mercato della gestione dei rifiuti urbani. Il rapporto di circa 240 pagine mostra le criticità della raccolta dei rifiuti urbani e del recupero dei materiali. Ridare slancio ed efficienza ad un settore che vale 23 miliardi di euro, e che, dopo la brillante partenza alla fine degli anni ’90, ha lentamente perso brio, può avere un peso significativo. Per raggiungere l’obiettivo europeo del riciclo del 50% dei rifiuti prodotti è necessario correggere le forti eterogeneità che si riscontrano nelle diverse realtà locali. Sinora l’organizzazione della raccolta dei rifiuti è stata storicamente gestita dai Comuni attraverso un gran numero di operatori di piccole dimensioni e l’affidamento del servizio avveniva ed avviene in via diretta senza gara e con una durata piuttosto lunga (sino a 20 anni ed anche oltre). Rivedere le modalità di affidamento della raccolta privilegiando la gara e limitare la durata ad un massimo di 5 anni vincolando gli affidamenti in house ad un preventivo confronto di efficienza, sono le proposte dell’Antitrust per il riordino dell’attuale sistema della raccolta dei rifiuti. Bisogna ridefinire i bacini per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti accorpando i più piccoli e riducendo i più grandi, disincentivare l’uso della discarica attraverso l’ecotassa, applicare il principio di “chi inquina paga”, abbandonare il modello del consorzio unico obbligatorio. Secondo il Presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella “nel settore dei rifiuti esistono numerosi blocchi alla concorrenza e là dove non vi è concorrenza si apre lo spazio per il malaffare e la corruzione. Bisogna evitare questi fenomeni corruttivi che rappresentano un alto costo ambientale”. La gestione dei rifiuti urbani è una grande questione economica, ambientale ed anche giudiziaria basti pensare all’intensa attività delle eco-mafie in questo campo ed alla necessità di intensificare il controllo di legalità su tutto il territorio nazionale.[/vc_column_text][vc_single_image image=”8778″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”full”][vc_column_text]Dal V rapporto ‘Le circular city 2014’, banca dati ANCI (Associazione nazionale Comuni italiani) e CONAI (Consorzio nazionale imballaggi), sulla raccolta differenziata e riciclo, emerge il miglioramento dell’Italia nella raccolta differenziata ed il riciclo del+3,67% contribuendo al raggiungimento degli obiettivi in moltissime realtà. Con sei anni di anticipo, 8 Regioni e 3.141 Comuni (il 40% in più rispetto al 2013) hanno raggiunto nel 2014 l’obiettivo UE del 50% di avvio al riciclo al 2020. La new entry è l’Emilia Romagna e nonostante la forbice tra centro-nord e sud, la Campania si avvicina al target UE. E’ un’Italia pronta a cogliere la sfida del passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, un Paese nel quale molti Comuni hanno già sviluppato un’industria del riciclo efficiente che ha trasformato i rifiuti in una reale opportunità di sviluppo per i territori. Tra i 3.141 Comuni i più virtuosi a livello nazionale sono stati 9, che nel 2014 hanno raggiunto gli obiettivi europei. Tra i 25 mila e i 50 mila abitanti sono Bacoli (Campania), Mantova (Lombardia), San Giovanni in Persiceto (Emilia Romagna). Tra 50 mila e 100 mila abitanti Fano (Marche), Pozzuoli (Campania), Guidonia Montecelio(Lazio).Tra i Comuni con una popolazione maggiore di 100 mila: Parma, Modena, Ravenna (Emilia Romagna). Due le città metropolitane più virtuose: Milano e Torino. A livello regionale hanno superato nel 2014 il target UE di materiali avviati al riciclo: Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna e la new entry, l’Emilia Romagna. Val d’Aosta, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania sono vicine al raggiungimento dell’obiettivo. Secondo l’analisi ANCI-CONAI, lo studio rivela, quindi, un aumento della produzione dei rifiuti (+2,03% nel 2014) che «indica un aumento e una ripresa dei consumi» e segnala un conseguente aumento del +3,72% di Co2 nel riciclo dei rifiuti. La percentuale dei Comuni che in un solo anno hanno raggiunto l’obiettivo UE è aumentata del 40%. Continua la forbice tra centro e sud, ma, si intravede un’inversione di rotta. Se avessimo il dato della Campania senza Napoli, avremmo una Regione al 50%. È importante conoscere le emergenze ma è fondamentale sapere che l’Italia è divenuta eccellenza in materia di riciclo.
Comunicato ARPAC pubblicato sul Quindicinale di Informazione online n.4 del 29 Febbraio 2016.
Autore: Eleonora Roca[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]