Pubblicato sul sito Polaris dell’Irpi-Cnr, il Rapporto annuale sul rischio posto alla popolazione italiana dagli eventi calamitosi. Nello scorso anno si sono avuti 18 morti, 25 feriti e oltre 3.500 tra sfollati e senzatetto in 88 comuni, distribuiti in 19 regioni. Un bilancio pesante, ma meno del 2014, dell’ultimo quinquennio e dell’ultimo mezzo secolo, nel quale hanno perso la vita per tali eventi quasi duemila persone
È stato pubblicato sul sito Polaris, curato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) di Perugia (www.polaris.irpi.cnr.it), l’ultimo ‘Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni’, che contiene tra l’altro elenchi, statistiche ed analisi sugli eventi geo-idrologici causa di danni diretti alla popolazione nel periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2015. Inoltre, per facilitare il confronto, nel Rapporto vengono illustrati i dati in riferimento agli eventi calamitosi nei cinque e nei cinquanta anni precedenti.
“Nel corso dell’anno appena concluso, 106 frane e 33 inondazioni hanno causato in Italia 18 morti, 25 feriti e oltre 3.500 tra sfollati e senzatetto. Tali eventi hanno colpito 88 comuni, distribuiti in 19 regioni, tra cui quelle con maggior numero di morti sono: Veneto (3), Emilia-Romagna (2) e 1 disperso. Nel corso del 2014, 225 frane e 74 inondazioni avevano causato 33 morti, 46 feriti e oltre 10.000 tra sfollati e i senzatetto”, dice Paola Salvati dell’Irpi-Cnr.
Durante il 2015, i principali eventi meteo-climatici con danni alla popolazione si sono verificati nei mesi di agosto, settembre e ottobre. “Il 4 agosto a San Vito di Cadore (BL) un violento nubifragio ha innescato una colata di detrito che ha investito il parcheggio della seggiovia causando tre morti, un ferito e alcuni sfollati”, precisa la ricercatrice. “Fra il 13 e il 14 settembre una forte perturbazione ha colpito l’area al confine tra Liguria ed Emilia-Romagna, provocando frane e inondazioni in Val Nure e Val Trebbia in provincia di Piacenza: a Bettola, due persone hanno perso la vita, una risulta dispersa e un’altra ha riportato serie ferite, gli sfollati sono stati più di cento. Fra il 13 e il 15 ottobre le piogge hanno interessato diverse aree dell’Italia centro-meridionale, determinando diffusi fenomeni di dissesto geo-idrologico in Lazio, Abruzzo e Campania, dove tre persone hanno perso la vita e alcune centinaia hanno dovuto abbandonare le proprie case. Particolarmente colpita Benevento”.
“I dati del 2015 indicano quanto le condizioni di rischio per la popolazione restino diffuse, anche se il numero di morti è stato inferiore ai 33 del 2014 e sotto la media nazionale dell’ultimo quinquennio”, commenta il direttore dell’Irpi-Cnr, Fausto Guzzetti. “Nel quinquennio 2010-2014 gli eventi geo-idrologici hanno causato 145 morti (29 l’anno di media), 2 dispersi, 205 feriti e oltre 44.500 tra sfollati e senzatetto. Tra il 1965 e il 2014 hanno perso la vita quasi duemila persone a causa di frane (1279) e inondazioni (717), circa 40 l’anno, oltre a 66 dispersi, 2.550 feriti e oltre 434.000 sfollati e senzatetto”.
Nel sito Polaris dell’Irpi-Cnr sono pubblicati approfondimenti ed è inoltre presente la sezione ‘Sei preparato?’, che contiene indicazioni su cosa fare e non fare prima, durante e dopo un’alluvione. “Semplici norme di comportamento che possono contribuire a ridurre i danni causati da eventi geo-idrologici e soprattutto possono salvare la vita”, conclude Guzzetti.
Comunicato: Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) di Perugia
Fonte: ‘Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni’, pubblicato nel sito Polaris (www.polaris.irpi.cnr.it)