17 Aprile 2025

Cassazione: insultare, umiliare, sfruttare o deridere il marito è maltrattamento – Soddisfazione dell’avv. Angelo Pisani, founder 1523.it che aggiunge oltre che maltrattamento questo ed altro sono anche “violenza”

Ufficio Stampa PISANI

Con un verdetto rispettoso dei principi costituzionali di poche ore fa la Suprema Corte ha stabilito che se l’uomo è vittima di offese da parte della coniuge, si configura il reato di maltrattamento in famiglia.

Ribaltando la sentenza d’appello, che aveva mandato assolta la donna, gli ermellini hanno dichiarato l’esistenza di tale reato anche se la vittima non è un soggetto vulnerabile.

La Corte territoriale infatti aveva escluso il reato perché le ingiurie e le minacce non gravi non avevano una rilevanza penale, in assenza di una vessazione nei confronti di una persona vulnerabile. «Anzi, visto che gli atteggiamenti sopra le righe della donna erano il segnale di un disagio – prova a giustificare qualcuna –  era forse proprio il presunto maltrattato che avrebbe dovuto sostenerla materialmente e  moralmente».

Ed anche «i giudici di seconda istanza non avevano dato alcun valore invece alla sofferenza dell’uomo, che veniva sistematicamente insultato davanti al figlio, per amore del quale restava in famiglia e sopportava le tempeste coniugali e il pesante clima familiare».

Fortunatamente ha prevalso la legge esca il buon senso con il ribaltamento della sentenza e nuovi principi da riscrivere in secondo grado ;

Quello dei primi giudici e delle linee guida di parte tanto in voga non hanno alcun successo in Cassazione.

Un punto di vista che la Suprema Corte ha drasticamente ribaltato. L’uomo, che rimane un esser umano uguale alla donna, pur non essendo soggetto vulnerabile e malgrado non si sottraesse a una convivenza intollerabile (per amore dei figli o non avendo altra casa e possibilità), era comunque vittima del reato di maltrattamenti in famiglia, configurabile anche in assenza di violenza fisica. Per i giudici della Cassazione, infatti, è sufficiente «anche la reiterazione di condotte consapevolmente offensive – si legge nella sentenza – sorrette da dolo generico, che risultino tali da generare sofferenza nella vittima, soprattutto quando tali offese siano in grado di incidere sul rapporto padre-figlio».

La Cassazione annulla l’assoluzione della donna e rinvia alla Corte d’appello, invitandola a rivedere il giudizio.

Una vittoria per tutti, contro le mode di maltrattamento , sfruttamento e violenza sia sulle donne che sugli uomini , una grande soddisfazione per il comitato scientifico del progetto 1523.it

«Siamo soddisfatti – dichiara l’avvocato Angelo Pisani, fondatore del “contatto blu antiviolenza” 1523.it – perché questa sentenza è il segnale che il vento finalmente sta cambiando e che la violenza come si può vedere dalle cronache non ha sesso diversamente da quanto si vuol far credere con false statistiche e basterebbe pensare al ruolo delle donne nella criminalità o alle tante false denunce contro uomini sfruttati . Da oggi la Giustizia potrebbe cominciare davvero ad essere uguali per tutti, donne o uomini, quando sono vittime di maltrattamenti o violenza, come le centinaia di persone che si rivolgono ogni giorno al 1523.it».

 

Pisani annuncia l’uscita del suo libro sulle storie di violenza ignorata

Molte storie che non trovano posto nei Mass media sono raccontate nel libro “Se questo è (ancora) un uomo”, un volume dirompente, che analizza a fondo il fenomeno «e che – annuncia Pisani – sarà disponibile già a fine aprile per una rivoluzione culturale e per contrastare tutte le violenza se si vogliono tutelare realmente le donne, gli uomini , i figli e le famiglie ».

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