27 Febbraio 2025

Spiagge e Concessioni: Il cambiamento è inevitabile, serve un piano chiaro

di Luca Canale

Il settore balneare italiano si trova di fronte a un bivio cruciale. Dopo anni di incertezze, rinvii e proroghe, il sistema delle concessioni demaniali è chiamato a un radicale cambiamento. Il recente provvedimento del TAR di Liguria e Campania, insieme alla presa di posizione della Commissione Europea, segna la fine di un’epoca: entro il 30 settembre 2027 tutte le concessioni balneari dovranno essere messe a gara, garantendo così una maggiore trasparenza e concorrenza nel settore.

Il messaggio è chiaro: non ci saranno più proroghe automatiche. Le concessioni non potranno essere rinnovate senza un processo di selezione pubblica, perché questo violerebbe le regole della Direttiva Bolkestein e aggraverebbe la posizione dell’Italia nei confronti dell’Unione Europea. La Commissione UE ha già avviato una procedura d’infrazione, ma ha lasciato una porta aperta: se il Governo italiano avvierà le gare entro il settembre 2027, la procedura potrà essere chiusa.

 

La situazione attuale è il risultato di decenni di gestione incerta e di continue proroghe che hanno lasciato il settore in una sorta di limbo normativo. Oggi, però, le regole sono cambiate e servono soluzioni concrete. I tribunali amministrativi hanno stabilito che la scadenza del 2027 è un termine massimo tollerabile per adeguarsi alla normativa comunitaria. Ma la transizione non sarà semplice.

L’Italia deve superare il vecchio modello delle proroghe a tempo indeterminato e garantire un sistema di assegnazione basato su criteri chiari, uniformi e trasparenti. Questo significa:

  • Definire un iter certo e condiviso per le gare pubbliche, evitando frammentazioni e disparità tra le diverse regioni.
  • Tutela per gli attuali concessionari, garantendo procedure eque che valorizzino gli investimenti già effettuati e riconoscano eventuali indennizzi in caso di perdita della concessione.
  • Sviluppo di un piano strategico per le aree demaniali, che tenga conto dell’ambiente, della sostenibilità e delle esigenze di pianificazione urbana.

 

Se non si agisce in tempo, il rischio è quello di creare incertezza per migliaia di imprese balneari che oggi rappresentano un pilastro dell’economia turistica italiana. La mancanza di regole chiare potrebbe penalizzare sia i gestori attuali che i nuovi imprenditori interessati a entrare nel settore, rallentando gli investimenti e creando un clima di instabilità.

Le decisioni prese oggi determineranno il futuro del turismo balneare italiano. La riforma delle concessioni non deve essere vista solo come un obbligo imposto dall’Europa, ma come una grande opportunità per modernizzare il settore, garantire qualità nei servizi e rendere più competitivo il sistema balneare italiano.

L’Italia può ancora scegliere come gestire questa transizione. La vera sfida sarà quella di bilanciare le esigenze degli attuali operatori con il principio di concorrenza, tutelando il patrimonio costiero e garantendo il miglior servizio possibile ai cittadini e ai turisti. La partita è aperta, ma il tempo stringe. Ora serve un piano concreto, chiaro e lungimirante per costruire un futuro solido e sostenibile per il settore balneare.

 

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