Il noto Vocabolario della lingua italiana Zingarelli esiste già da cento anni: l’editore Nicola Zingarelli, padre a tutti gli effetti di questo accurato strumento linguistico presente in molte delle case degli italiani, inizia a pubblicarlo a fascicoli nel 1917 presso gli editori Bietti e Reggiani. Nel 1941 lo Zingarelli diviene una creatura della casa editrice Zanichelli. L’ultima edizione, a cui hanno lavorato i curatori Mario Cannella e Beata Lazzarini e offerta al pubblico nel 2017, conta circa mille parole in più.
Questo perché lo Zingarelli deve la propria grandezza soprattutto al fatto di essere attentissimo alle mutazioni della lingua, al suo non essere statica e indifferente ai cambiamenti della società. Grazie agli ossequiosi esperti che continuano a investire energie e studi approfonditi per immettere sul mercato un mezzo linguistico in grado di adeguarsi a una società che si evolve e che fa evolvere anche l’idioma linguistico, il Vocabolario viene aggiornato annualmente.
Nuove parole vengono introdotte mentre altre, pur restando comunque immortalate tra le sue pagine, sono ormai in disuso. Tali mutazioni non sono altro che la testimonianza di una fase storica profondamente diversa da quella che assistette alla nascita del Zingarelli. Lo dimostra il fatto che tra le parole inserite nel 2017 si registri un’innegabile abbondanza di parole associate alla sfera del web e dei social network: un esempio sono le voci cosplayer (coloro che amano travestirsi da personaggi di videogiochi o film per partecipare a raduni) o Erasmus (soggiorno per studenti universitari in un paese dell’Unione Europea) o ancora Donut (ciambella fritta e glassata prediletta da Homer, protagonista della serie tv The Simpson). Come si evince il primato spetta a neologismi inglesi (anche se non mancano novità linguistiche italiane come le voci confettata o bullizzare), al punto che qualcuno parla di colonizzazione inglese della lingua italiana. Sicuramente ciò può essere considerato un prodotto della globalizzazione ed è segno di una maggiore integrazione culturale e di una lingua, la nostra, che sa svecchiarsi e accogliere il nuovo. Ma ciò non legittimi gli italiani a denigrare l’invidiabile unicità del nostro idioma.
Il Vocabolario della lingua italiana Zingarelli, dunque, a un centennio dalla sua nascita, risulta ancora giovanissimo perché assolutamente disposto a stare al passo coi tempi. Significative le due parole che i curatori dell’edizione 2017 hanno scelto per le copertine: identità e cambiamento, per coniugare la necessità di non perdere di vista la bellezza poetica della nostra lingua con quella di rinnovarla continuamente al rinnovarsi della società.
La casa editrice Zanichelli ha organizzato diverse iniziative per “festeggiare” questo attesissimo compleanno. Tra di esse spicca un mini tour di linguisti e lessicografi in 15 scuole per tenere delle lezioni sulla lingua italiana.
Si celebra, in definitiva, un secolo di servizio reso al nostro patrimonio linguistico da un Vocabolario che è rimasto negli anni funzionale e abilissimo a cogliere quanto la lingua racconti della civiltà che la utilizzi. Un secolo di amore per la lingua e per le sue mutazioni.