a cura di Simonetta de Chiara Ruffo
Fu la città di Napoli a dare i natali al gruppo farmaceutico Menarini nel lontano 1886, ed è così che l’azienda è tornata in città per un omaggio all’arte e a uno dei suoi musei più mirabili, il Museo di Capodimonte. Il protagonista di questo evento artistico è stato Parmigianino, tra i più importanti artefici del Rinascimento italiano e del Manierismo, di cui rappresentò l’ideale di grazia e raffinatezza. Ai suoi meravigliosi dipinti è ispirata la monografia presentata dalla farmaceutica Menarini. L’azienda cura, infatti, la tradizionale collana Menarini di volumi d’arte da oltre mezzo secolo, e quest’anno con Pacini Editore ha realizzato una pubblicazione dedicata a Francesco Mazzola detto il Parmigianino. L’origine del nome artistico proviene oltre che dalle sue origini parmensi, dove nacque nel 1503, anche dalla sua corporatura minuta e dall’aspetto gentile. Pittore e abile ritrattista, nato in una famiglia di artisti tra cui il padre Filippo, inizio’ da giovanissimo a dipingere nella bottega degli zii Pier Ilario e Michele Mazzola. Le tracce della sua arte sono ancora oggi visibili a Parma, ma anche a Roma e Bologna, e a Casalmaggiore, dove scelse di essere sepolto quando morì nel 1540. Alcune delle principali opere di Parmigianino sono però a Napoli, esposte proprio al Museo di Capodimonte: Ritratto di Galeazzo San Vitale, Ritratto di giovane donna (l’Antea), Sacra famiglia con san Giovannino, Lucrezia. Alla presentazione del volume d’arte Parmigianino, avvenuta presso il Museo di Capodimonte, sono intervenuti il Prof. Pierluigi Leone de Castris, e l’autore del volume, il Prof. Alessandro Tosi. “Il volume, anche grazie alle sue splendide foto e alla sua impeccabile veste editoriale, aiuterà senz’altro ad avvicinare il grande pubblico alla figura di Parmigianino. L’idea poi di presentare il volume stesso a Napoli, oltre a ricordare felicemente le origini della Menarini, consente di legare l’iniziativa allo straordinario nucleo di opere del pittore presenti nel Museo di Capodimonte, che ne rappresenta una sorta di efficace sintesi quasi monografica, dal felice esito giovanile del Galeazzo Sanvitale ai dipinti della maturità fra Roma e l’Emilia, come la Sacra Famiglia e l’Antea, e al prezioso manierismo della Lucrezia, ultimo quadro del pittore” ha dichiarato il Prof. Pierluigi Leone de Castris, Professore ordinario di storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, e che si è occupato in passato del Parmigianino. “Menarini è nata a Napoli in via Calabritto, in quella che era chiamata “Farmacia Internazionale” – ha raccontato Enno Troiano, Direttore HR Corporate del Gruppo Menarini, orgogliosamente napoletano-. Un tempo i medicamenti prodotti qui servivano soprattutto per i migranti verso le Americhe, donne e uomini che hanno sofferto e sostenuto l’Italia con le proprie rimesse ed i propri sacrifici in uno dei periodi più difficili della nostra storia. Poi la sede fu spostata a Firenze, dove siamo oggi una multinazionale attiva in oltre 130 Paesi al mondo, impegnata nella ricerca, prevalentemente in ambito oncologico, e con la concreta speranza di offrire nuove cure per patologie ancora irrisolte. L’arte e la bellezza italiana accompagnano da sempre Menarini, che cura con particolare attenzione la propria collana di volumi d’arte da 60 anni. Quest’anno abbiamo deciso di coniugare la presentazione del volume dedicato al Parmigianino alla visita a Capodimonte, che custodisce una eccezionale testimonianza del suo genio artistico. Un modo per tornare a Napoli ed alle nostre origini”. “Con questo volume abbiamo scoperto un artista straordinario che ha arricchito la nostra preziosa collana di volumi d’arte che abbiamo iniziato nel 1956 e che comprende da Leonardo da Vinci a Raffaello, da Bronzino a Tiziano,…” ha concluso Lucia Aleotti, Presidente del Gruppo Menarini.