Hanno fatto del “Vaffanculo day” – perché è così che si chiamava – il battesimo ufficiale di un movimento di lotta e di insulto libero (non molto dissimile dal “rutto libero” di fantozziana memoria). Costruendo consensi sulla falsariga degli spettacolini nazionalpopolari in voga negli anni ’80 hanno poi brevettato i soprannomi di “psiconano”, “morto che parla”, Valium, 1-2 ictus Bossi, Rigor Mortis, hanno poi colpito nell’ordine – proprio come Barani – Mara Carfagna, Laura Boldrini, Maria Elena Boschi e spostando il dibattito politico di tanto in tanto dal “reddito di cittadinanza” a “cosa fareste soli in macchina con la Boldrini”, che nelle loro discussioni è l’equivalente del “meglio detassare il lavoro o la casa”. Hanno nel loro Pantheon Pertini ma anche di Pietro, Gandhi ma anche Orban. Cercano di parlare – a vanvera – di politica estera proponendo ora muri sui mari ora gli Stati Uniti del Mediterraneo (cit. Di Battista). Sostengono i presunti complotti internazionali, compresi quelli che vorrebbero l’Isis direttamente finanziato dagli Stati Uniti ma con lo stesso Isis vorrebbero avviare un dialogo (sempre Di Battista); ad oggi, purtroppo, non risultano avviate le pratiche per una missione a cinque stelle nello Stato Islamico forse perché – ma dubito che lo sappiano – non ci sono le ambasciate. Se questo fosse l’unico impedimento al vederli lì andrei in ginocchio dal Ministro degli Esteri a chiedere la formale apertura di relazioni diplomatiche col califfato: è una fuga di cervelli al contrario che perorerei volentieri. Parlano di consenso e legittimazione popolare, contestando ai parlamentari di essere abusivi perché eletti con una legge dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale dimenticando che loro stessi sono stati eletti (sempre grazie a quella legge) da un corpo numericamente paragonabile ad un condominio di Garbatella. È sempre grazie al “Porcellum” che orde di generazioni fallite e capipopolo semianalfabeti hanno potuto conoscere e dissacrare le stanze delle istituzioni trasformandole in tribune dove tutto è udibile e dicibile. Se insultano è diritto di critica mentre se altri insultano è colpa dell’arroganza machista e misogina dei vecchi arnesi del “Palazzo”.
È il Movimento ora 5 insulti, ora 5 fiamme, ora 5 cervelli (oddio, così tanti?) e se muore Ingrao all’occorrenza anche a 5 falci e a 5 martelli. Si candidano contro Bersani, lo insultano in diretta streaming ma due anni dopo lo propongono sul loro blog alla Presidenza della Repubblica. Contrari ad accordi trasversali e alieni ad ogni compromesso sono poi pronti a smentirsi piazzando, appena riescono, loro rappresentanti negli uffici del potere: Freccero è l’ultimo esempio. Sono fatti cosí: dureranno un po’ più, un po’ meno ma di certo – voglio crederci – il loro destino rimarrà ancorato a quella fortuna che, come insegna Machiavelli, non è favorevole usque ad mortem e cambia cavallo quando meno te lo aspetti. Ecco che il rutto libero, assieme al frittatone di cipolle e agli episodi di teppismo domestico rimarrà – anzi, tornerà ad essere – la loro massima aspirazione.
di Simone Santucci