Lunedì 20 luglio, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha organizzato presso l’Auditorium di Palazzo Italia ad Expo, in collaborazione con l’Ente nazionale per la meccanizzazione agricola, il convegno dal titolo “Le Agro-energie come strumento di integrazione tra agricoltura, energia ed ambiente . Politiche e strumenti di sviluppo sostenibile”.
L’evento ha visto la partecipazione del sottosegretario di Stato, On. Giuseppe Castiglione, che ha dichiarato:
“Grazie a questo appuntamento, abbiamo avuto l’opportunità di offrire un quadro aggiornato sulle agro-energie e sulle nuove opportunità di questo settore. Sul fronte delle energie rinnovabili sono stati conseguiti obiettivi importanti per le imprese agricole: il decreto sul biometano, il primo piano di settore per le bioenergie e le norme sui biocarburanti avanzati. Un insieme di strumenti utili ad aumentare la competitività economica ed ambientale italiana nei confronti degli altri Paesi Ue.
Il nuovo decreto sulle fonti di energia rinnovabili del Ministero dello Sviluppo economico – continua il sottosegretario – prevede un investimento di 5,8 miliardi di euro. Siamo convinti che una quota significativa di queste risorse sarà destinata alle agroenergie. Poi ci sono i fondi regionali del Psr e stiamo varando anche un decreto sui progetti di filiera. In questo modo completiamo la filiera e diamo maggiore reddito all’impresa. Nel nuovo piano sulle energie rinnovabili stiamo incentivando i piccoli impianti, finoa un massimo di 300 kilowatt, che utilizzino il 70% dei sottoprodotti”.
Sono quindi varie le risorse destinate a favorire investimenti che permetterebbero di sfruttare al massimo i sottoprodotti della produzione agricola.
Dai dati 2013 forniti dal Gestore dei servizi energetici, emerge un forte divario tra il numero degli impianti presenti nel Nord Italia, con Lombardia (3.988) ed Emilia Romagna (2.394) in testa, e quelli presenti a Sud dove, a parte la Puglia (1.629), le altre regioni oscillano tra i circa 100 e 1000 impianti.
Inoltre, il divario tra il numero degli impianti presenti nel Nord Italia e quelli presenti a Sud, è enorme.
Soltanto in Lombardia sono presenti circa 3.988, seguita dall’ Emilia Romagna con circa 2.394, invece nelle regioni del Sud Italia, tranne in Puglia con 1.629 impianti, gli impianti oscillano tra i circa 100 e 1000 impianti.
“Le ragioni del divario sono principalmente di tipo culturale – ha spiegato Castiglione – è necessario quindi fare attività di formazione e sostenere le imprese del Meridione che, tendenzialmente, sono più piccole, più frammentate, ed inserite in un contesto produttivo che non è forte come quello del Nord. Daremo forza a tutte le imprese con tutti gli strumenti possibili”.
L’obiettivo è integrare agricoltura ed energia.
Un obiettivo importante per rendere le imprese agricole, soprattutto quelle meridionali, sempre più competitive e pronte per affrontare il mercato europeo.
di Mosè Alise