Francesca Barra, candidata con Gaetano Manfredi sindaco, nella lista “Napoli libera”, tra i focus principali del suo programma politico annovera la vicinanza alla comunità ebraica partenopea.
“Napoli, città aperta al Mediterraneo e all’incontro di culture, è stata purtroppo caratterizzata, negli ultimi anni, dall’approccio divisivo e relativistico dell’amministrazione De Magistris sulle questioni dell’incontro delle culture e dell’impegno per la Pace”,dichiara la candidata,
“Più volte l’amministrazione comunale uscente ha palesato un atteggiamento ispirato da elementi ideologici inadeguati e inopportuni per una amministrazione comunale, fino al punto di entrare in aperto conflitto con la Comunità Ebraica di Napoli”. La Barra poi aggiunge:
“Diversi sono gli episodi che hanno evidenziato scarso equilibrio e mancanza di rispetto per la sensibilità degli Ebrei napoletani, dal conferimento di cittadinanze onorarie a personaggi che hanno fatto ricorso al terrorismo e che si sono espressi in senso negazionista nei confronti della Shoà, all’intitolazione di una strada a Yasser Arafat, per non parlare della mancata partecipazione del Sindaco alle numerose manifestazioni organizzate dalla Comunità ebraica partenopea ed alle parole sprezzanti e offensive di qualche giovane ed inesperto assessore, a dispetto del contributo allo sviluppo della città che, fin dalla fine dell’Ottocento, l’Ebraismo napoletano ha fornito attraverso alcuni suoi autorevoli esponenti.
Per questo motivo ritengo che sia necessario che la nuova amministrazione comunale volti pagina rispetto agli ultimi dieci anni e tenda una mano alla Comunità Ebraica di Napoli per riprendere a lavorare insieme in un clima di collaborazione fattiva che anziché dividere, come avvenuto in passato, unisca le varie culture presenti in città e favorisca una reale e concreta apertura verso tutte le realtà del Mediterraneo.
In tal senso, si ritiene necessario far adottare dal Comune di Napoli, in analogia con quanto fatto da altri Comuni italiani, la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), tra l’altro già adottata dal Parlamento europeo e dallo Stato italiano”.